L’esposizione fotografica “S’Enfuir, L’Identità migrante – Parte II” di Brusson, ideata e curata dall’Associazione culturale La Clé sur la Porte, dedicata ai migranti climatici della Mongolia e di Haiti, si inserisce in un programma culturale, sviluppato in più tappe, dedicato al complesso e articolato tema dell’Immagine di Sé. Si tratta di una selezione di 32 scatti fotografici del progetto “Environmental Migrants: The Last illusion” del fotografo Alessandro Grassani.
Le immagini sono esposte all’aperto in due contesti territoriali molto caratteristici: 16 immagini sono in mostra nell’area del laghetto del Comune di Brusson (“S’Enfuir, L’Identità migrante – Parte II”, dedicata ai migranti climatici della Mongolia e di Haiti) e altre 16 si trovano lungo il sentiero dei mulini e tra i villaggi rurali del Comune di La Magdeleine (“S’Enfuir, L’Identità migrante – Parte I”, dedicata ai migranti climatici del Bangladesh e del Kenya).
Profughi, rifugiati o migranti ambientali. Non hanno un vero nome e per il diritto internazionale nemmeno uno status. Sembrano invisibili eppure nel 2050 saranno 200 milioni. Inseguendo la speranza di un futuro migliore nelle città, questi pescatori, contadini e agricoltori costretti ad abbandonare le zone rurali a causa del cambiamento climatico si trovano spesso davanti alla loro “ultima illusione”: quella di una vita migliore in città.
Per maggiori informazioni: telefonare al numero 379 2602896